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Dendrophyllia cornigera


Non ApplicabileCarente di DatiMinor PreoccupazioneQuasi MinacciataVUIn PericoloIn Pericolo CriticoEstinta nella RegioneEstinta in Ambiente SelvaticoEstinta

Tassonomia

RegnoPhylumClasseOrdineFamiglia
ANIMALIACNIDARIAANTHOZOASCLERACTINIADENDROPHYLLIIDAE

Nome scientificoDendrophyllia cornigera
Descrittore(Lamark, 1816)

Informazioni sulla valutazione

Categoria e criteri
della Lista Rossa
Vulnerabile (VU) A2c
Anno di pubblicazione 2014
AutoriMarzia Bo, Carlo Cerrano, Giuseppe Corriero, Giorgio Bavestrello, Eva Salvati, Roberto Sandulli
RevisoriLeonardo Tunesi
CompilatoriEva Salvati, Marzia Bo, Carlo Rondinini, Alessia Battistoni, Corrado Teofili
RazionaleLa specie è ampiamente distribuita nei mari italiani, tuttavia, sulla base del declino della qualità dell'habitat e sulla base degli evidenti segni di daneggiamento sulle colonie, è stato stimato un declino maggiore del 40% negli ultimi 20-30 anni della popolazione. Per questo motivo la specie è valutata a Vulnerabile (VU).

Areale Geografico

DistribuzioneSpecie segnalata in Mar Ligure, Tirreno, Canale di Sicilia, Ionio e Basso Adriatico.

Popolazione

PopolazioneSu fondo roccioso generalmente si osservano colonie sparse, mentre vere e proprie facies (come quelle liguri o ioniche) si osservano solo su fondi detritici sedimentati orizzontali spesso in prossimità di secche rocciose del largo.
Tendenza della popolazioneIn declino

Habitat ed Ecologia

Habitat ed EcologiaSpecie di madrepora spesso osservata sia come corallite solitario (forma giovanile) che come grande struttura coloniale. La specie si insedia su fondi duri, a un range di profondità tra 80m e 1000m. Può vivere anche su fondi detritici coperti da elevata sedimentazione. Fertile intorno ai 5 anni con una crescita di qualche cm l'anno. Spawning dei gameti e fecondazione esterna.
AmbienteMarino
Profondità
(metri sotto il livello del mare)
Min: 80 m
Max: 1000 m


Minacce

Principali minacceLa principale causa di mortalità di questa specie è rapprsentata dai danni della pesca che includono la risospensione di sedimento (per lo strascico), l'impatto di lenze e reti e il ribaltamento ed il trascinamento di colonie su fondali detritici. Tuttavia è importante segnalare per questa specie eventi di mortalità naturale che si manifestano come tanatocenosi costituite da scheletri di corallo morto e non divelti dalla loro posizione originaria probabilmente causati da correnti torbide o eventi geotermici profondi legati a fenomeni sismici. Come tutte le madrepore profonde, anche questa specie è sensibile all'acidificazione delle acque.

Misure di conservazione

Misure di conservazioneLe zone in cui le popolazioni sono in buone condizioni vanno salvaguardate attraverso l'istituzione di aree marine protette del largo nelle quali vigono restrizioni alla pesca.

Bibliografia

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