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Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica
Federparchi

Cervus elaphus


Non ApplicabileCarente di DatiLCQuasi MinacciataVulnerabileIn PericoloIn Pericolo CriticoEstinta nella RegioneEstinta in Ambiente SelvaticoEstinta

Tassonomia

RegnoPhylumClasseOrdineFamiglia
ANIMALIACHORDATAMAMMALIACETARTIODACTYLACERVIDAE

Nome scientificoCervus elaphus
DescrittoreLinnaeus, 1758
Nome comuneCervo

Informazioni sulla valutazione

Categoria e criteri
della Lista Rossa
Minor Preoccupazione (LC)
Anno di pubblicazione 2013
AutoriFrancesco Riga, Stefano Focardi
RevisoriUZI, Atit
CompilatoriCarlo Rondinini, Alessia Battistoni, Valentina Peronace, Corrado Teofili
RazionaleSpecie dall'areale ampio e dalle popolazioni numerose e stabili, pertanto viene valutata A Minor Preoccupazione (LC).

Areale Geografico

Distribuzione In Italia è individuabile un grande areale alpino che si estende da Cuneo a Udine, praticamente senza soluzione di continuità; nell'Appennino il Cervo occupa 4 aree distinte: la prima corrisponde a gran parte del territorio montano delle province di Pistoia, Prato, Firenze e Bologna, la seconda all'Appennino tosco-romagnolo dal Mugello orientale alla Val Tiberina, la terza è rappresentata dal Parco Nazionale d'Abruzzo e territori limitrofi e la quarta dal massiccio montuoso della Maiella; nell'Appennino meridionale sono presenti nuclei disgiunti di piccole dimensioni. Tutte le popolazioni appenniniche si sono originate da reintroduzioni effettuate negli ultimi decenni. Infine in Sardegna la specie risulta oggi presente nei tre sub-areali storici posti nella porzione meridionale dell'Isola (Sulcis, Sarrabus e Arbus) e in altre due aree (Montimannu a sud e Pattada a nord) per effetto di reintroduzioni avvenute negli anni '90 (Carnvali et al. 2009). Alcuni nuclei di modeste dimensioni sono mantenuti in grandi aree recintate come il Bosco della Mesola (Ferrara), La Mandria (Torino) e Castelporziano, vicino Roma (S. Toso in Spagnesi & Toso 1999).

Popolazione

Popolazione Attualmente la consistenza della specie sull'intero territorio italiano è stimabile in circa 68.000 capi così ripartiti: Alpi centro-occidentali 16.607, Alpi centro-orientali 34.840, Appennino settentrionale 7.366, Appennino centro-meridionale 1.500, Sardegna 6.000. Il Cervo viene regolarmente cacciato nella maggior parte delle provincie alpine sulla base di piani di abbattimento selettivo con un prelievo annuale nel 2009-10 di circa 10.032 capi. Le popolazioni dell'Appennino meridionale e quella sarda non sono sottoposte a prelievo venatorio (ISPRA 2010, Banca Dati degli Ungulati Italiani).
Tendenza della popolazioneStabile

Habitat ed Ecologia

Habitat ed Ecologia Il Cervo è una specie primariamente associata ad ambienti di boschi aperti inframmezzati a distese di prateria in regioni pianeggianti o a debole rilievo; solo secondariamente è stato sospinto negli habitat di foresta densa ed in montagna dalla pressione esercitata dall' uomo. Attualmente frequenta una vasta gamma di habitat, dalle brughiere scozzesi alle foreste mesofile dell' Europa centrale, alla macchia mediterranea che caratterizza la parte più meridionale del suo areale. In montagna si spinge durante l' estate ben oltre il limite superiore della vegetazione arborea, nelle praterie dell' Orizzonte alpino. In Italia frequenta di preferenza i boschi di latifoglie o misti alternati a vaste radure e pascoli, ma si trova anche nelle foreste di conifere, nelle boscaglie ripariali dei corsi d' acqua e, in Sardegna, nella tipica macchia mediterranea. La stessa popolazione può utilizzare ambienti diversi nel corso del ciclo annuale, ad esempio lungo un gradiente altitudinale (S. Toso in Spagnesi & Toso 1999).
AmbienteTerrestre
Altitudine
(metri sopra il livello del mare)
Max: 2000 m


Minacce

Principali minacceNon sono presenti minacce per il Cervo nella penisola italiana, mentre per il Cervo sardo il bracconaggio diffuso può essere considerato come una minaccia, che però non influisce sulla consistenza della popolazione (Carnevali et al. 2009).

Misure di conservazione

Misure di conservazioneElencata in appendice III della Convenzione di Berna e presente in numerose aree protette.

E' auspicabile la prosecuzione degli sforzi per assicurare una conservazione durevole del Cervo sardo attraverso reintroduzioni nelle aree adatte dell'Isola attualmente non occupate ed un attento ed articolato programma di conservazione del Cervo della Mesola. Anche diverse aree dell'Appennino meridionale presentano condizioni ambientali idonee ad ospitare questa specie e potrebbero essere interessate da futuri progetti di reintroduzione (Carnveali et al. 2009).

Bibliografia

Boitani, L., Lovari, S. & Vigna Taglianti, A. (2003), Fauna d'Italia, Mammalia III: Carnivora - Artiodactyla Calderini, Bologna

Carnevali, L., Pedrotti, L., Riga, F., Toso, S. (2009), Banca Dati Ungulati: Status, distribuzione, consistenza, gestione e prelievo venatorio delle popolazioni di Ungulati in Italia. Rapporto 2001-2005. Biol. Cons. Fauna n.117: pp. 1-168

ISPRA (2010), Banca Dati degli Ungulati Italiani


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