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Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica
Federparchi

Nuove prove dei vantaggi economici dei parchi marini

28 Maggio 2009

La protezione degli oceani attraverso le aree marine protette può contribuire a migliorare le condizioni economiche di un territorio, grazie al turismo e la pesca sostenibile. Lo sostiene, senza tema di smentite, la Iucn (Unione internazionale per la conservazione della natura), che, in occasione della Giornata mondiale della biodiversità, ha presentato uno studio in grado di fornire nuove prove dei vantaggi economici dei parchi marini. Molti i casi di studio proposti, a partire, ad esempio, dalla rete di aree marine protette istituire nel 1999 lungo la costa occidentale delle Hawaii. Otto anni dopo la creazione dei parchi, nati per contrastare il prelievo eccessivo di pesci da acquario, è stato registrato un aumento record della pesca commerciale nelle aree circostanti. Il pescato è aumentato anche nelle zone limitrofe all'area marina protetta di Navakavu, vicino l'isola Viti Levu delle Figi, consentendo, in quattro anni, un incremento di circa 29mila dollari nelle entrate delle popolazioni locali. I pescatori attivi nelle vicinanze del santuario marino di Kulape-Batu-Batu, nelle Filippine, infine, sono riusciti ad aumentare il proprio reddito del 20% in un solo anno dall'istituzione del parco. «Questi esempi dimostrano che la chiusura di alcune aree alla pesca e ad altre attività estrattive ha un senso anche dal punto di vista economico – ha commentato Carl Gustaf Lundin, responsabile del Global marine programme della Iucn – Le aree marine protette, se ben gestite, favoriscono il ripristino degli stock ittici, aumentando le rese nelle zone limitrofe e migliorando le condizioni economiche delle comunità locali». Ma non finisce qui. I parchi marini rappresentano anche una forte attrattiva per i turisti, che sono un'altra significativa fonte di sviluppo per le economie locali. Nella British Lundy Island No Take Zone, una piccola area di mare protetto nel Canale di Bristol, c'è stato un vero e proprio boom delle attività turistiche, raddoppiate dal 2003 (anno di istituzione dell'area protetta). «Questi esempi provenienti da tutto il mondo dimostrano che la protezione degli oceani non è solo un bene per la biodiversità, ma anche una fonte di reddito – commenta Julia Marton-Lefèvre, direttore generale della IUCN – e che non ci sono più scuse per sfruttare gli oceani fino al totale esaurimento delle risorse».


Per approfondimenti:

Area marina protetta di Kulape-Batu-Batu, Filippine:

PDF http://cmsdata.iucn.org/downloads/marine_protected_areas_kulape_batu_batu.pdf

Area marina localmente gestita di Navakavu, Isole Figi:

PDF http://cmsdata.iucn.org/downloads/marine_protected_areas_navakavu.pdf

Rete delle aree marine protette delle Hawaii occidentali, USA:

PDF http://cmsdata.iucn.org/downloads/marine_protected_areas_hawai.pdf

Lundy Island No Take Zone, Inghilterra:

PDF http://cmsdata.iucn.org/downloads/marine_protected_areas_lundy.pdf