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Federparchi

Caretta caretta


Non ApplicabileCarente di DatiMinor PreoccupazioneQuasi MinacciataVulnerabileENIn Pericolo CriticoEstinta nella RegioneEstinta in Ambiente SelvaticoEstinta

Tassonomia

RegnoPhylumClasseOrdineFamiglia
ANIMALIACHORDATAREPTILIATESTUDINESCHELONIIDAE

Nome scientificoCaretta caretta
Descrittore(Linnaeus, 1758)
Nome comuneTARTARUGA CARETTA

Informazioni sulla valutazione

Categoria e criteri
della Lista Rossa
In Pericolo (EN) D
Anno di pubblicazione 2013
AutoriPaolo Casale
RevisoriUZI, SHI
CompilatoriCarlo Rondinini, Alessia Battistoni, Valentina Peronace, Corrado Teofili
RazionaleLa migliore stima possibile sulla base dei parametri di popolazione noti e basata sulla parte alta del range di nidi ipotizzati, indica un numero di individui maturi tra 55 e 131, valore che rientra nella categoria EN sotto il criterio D, da tenere anche in considerazione il basso numero di location e effetti rapidi di incremento delle minacce. Una significativa immigrazione da altre Breeding Populations è improbabile e non si hanno informazioni in tal senso. Quindi non sussiste ragione per modificare la categoria EN su base regionale.

Areale Geografico

DistribuzioneLa specie è distribuita nelle acque temperate e tropicali degli Oceani Atlantico, Pacifico e Indiano (Wallace et al. 2010). E' la specie di tartaruga marina più abbondante del Mediterraneo, le cui più importanti aree di riproduzione sono in Grecia, Turchia, Libia e Cipro, mentre le zone di alimentazione più importanti attualmente note sono la piattaforma continentale tunisina, il mar Adriatico, lo Ionio, l'area tra le isole Baleari e il mare di Alboran, la piattaforma continentale egiziana la costa turca (Casale e Margaritoulis 2010).
In Italia l'area di nidificazione più importante è la parte ionica della Calabria meridionale, siti minori si trovano nelle isole Pelagie e in Sicilia meridionale, mentre nidificazioni sporadiche possono aver luogo in un'area più ampia e specialmente nell'Italia meridionale (Mingozzi et al. 2007). Per quanto riguarda le zone di alimentazione. L'Adriatico settentrionale rappresenta la zona maggiormente frequentata e la zona dell'Adriatico meridionale e nello Ionio è un'area particolarmente importante per giovani nei primi anni di vita (Casale et al. 2010). Zone altamente frequentate sono anche lo Ionio meridionale (Cambiè et al. 2013) e la zona tra la Sicilia e la Tunisia (Casale et al. 2007), che confina con una tra le zone più frequentate del Mediterraneo, la piattaforma tunisina. La specie frequenta anche tutte le altre aree marine italiane sebbene con minor abbondanza.

Popolazione

PopolazioneAi fini del presente Assessment, viene considerata come Regional Population la Breeding Population (IUCN, 2012) di Caretta caretta presente nel territorio italiano, che rappresenta una parte molto piccola del totale di individui che frequentano il territorio italiano ma che si riproducono altrove (v. Distribution).
I nidi deposti annualmente nell'area più importante (Calabria Ionica) sono circa 10, mentre poche unità in altre zone (Mingozzi et al. 2007, Casale 2010, Casale et al. 2012) e alcuni autori ipotizzano una media di 30-40 in totale in tutta Italia (Mingozzi et al. 2007). Considerando conservativamente 40 nidi l'anno, un numero di nidi per femmina per stagione di 1.9 (Broderick et al. 2003), un intervallo di riproduzione di 2-3.35 anni (Broderick et al. 2003, Ilgaz et al. 2007, Hays et al. 2010) il numero stimato di femmine della Breeding Population è 42-71. Considerando una proporzione di femmine di 0.54-0.77 (Casale et al. 2005; Casale et al. 2006) il numero stimato di adulti è 55-131.
(NB: i valori utilizzati sopra non sono tratti dalla Breeding population Italiana ma da altre popolazioni Mediterranee)
I dati disponibili non consentono di accertare eventuali trend.
Tendenza della popolazioneUnknown

Habitat ed Ecologia

Habitat ed EcologiaCaretta caretta è carnivora/saprofaga estremamente opportunista: nei primissimi anni di vita le sue ridotte capacità di immersione ne limitano l'alimentazione alla zona epipelagica superficiale, successivamente tende a nutrisrsi su tutta la colonna d'acqua prediligendo prede bentoniche se incontra fondali bassi (<50 m) (Casale et al. 2008). Nidifica sulle spiagge sabbiose (D. Scaravelli & S. Tripepi in Sindaco et al. 2006).
AmbienteTerrestre, Marino
Altitudine
(metri sopra il livello del mare)
Max: 2 m

Profondità
(metri sotto il livello del mare)
Max: 100-200 m


Minacce

Principali minaccePesca accidentale nelle spadare o con tramagli e palmiti. Turismo banleare nei siti di nidificazione (D. Scaravelli & S. Tripepi in Sindaco et al. 2006).
Degradazione dell'habitat e disturbo antropico sono una importante minaccia sui siti riproduttivi (Mingozzi et al. 2007).
A mare la minaccia principale è rappresentata dalla mortalità indotta dalla cattura accidentale in attrezzi da pesca operanti nei mari italiani, in particolare palangrese derivante, strascico, palangrese di fondo e reti fisse (Casale 2011). Un elevato numero di catture è stato stimato in aree di pesca vicine a siti riproduttivi italiani (Casale et al. 2007, Cambiè et al. 2010), ma non è noto il numero di individui ascrivibili alla Breeding Population italiana.

Misure di conservazione

Misure di conservazioneElencata in appendice II della direttiva Habitat (92/43/CEE) e contrassegnata come specie particolarmente protetta. I siti riproduttivi nelle isole Pelagie sono adeguatamente protetti. E' necessario ridurre le minaccie sui siti della Calabria ionica (Mingozzi et al. 2007). E' auspicabile accertare attività di nidificazione in Sicilia meridionale, per identificare eventuali zone di nidificazione al momento ignote (Casale et al. 2012). Una più vasta campagna di informazione e sensibilizzazione dei pescatori è necessaria per diffondere le best practice di manipolazione a bordo per ridurre la mortalità successiva alla cattura.

Bibliografia

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Cambiè, G., Sánchez-Carnero, N., Mingozzi, T., Muiño, R., Freire, J. (2013), Identifying and mapping local bycatch hotspots of loggerhead sea turtles using a GIS-based method: Implications for conservation. Marine Biology n.160: pp. 653-665

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Hays, GC, Fossette, S, Katselidis, KA, Schofield, G, Gravenor, MB (2010), Breeding periodicity for male sea turtles, operational sex ratios, and implications in the face of climate change. Conservation Biology n.24: pp. 1636-1643

Ilgaz, Ç, Türkozan, O, Özdemir, A, Kaska, Y, Stachowitsch, M. (2007), Population Decline of Loggerhead Turtles: Two Potential Scenarios for Fethiye Beach, Turkey. Biodiversity and Conservation n.16: pp. 1027-1037

Mingozzi, T, Masciari, G, Paolillo, G, Pisani, B, Russo, M, Massolo, A. (2007), Discovery of a regular nesting area of loggerhead turtle Caretta caretta in southern Italy: a new perspective for national conservation. Biodiversity and Conservation n.16: pp. 3519-3541

Sindaco, R., Doria, G., Razzetti, E. & Bernini, F. (2006), Atlante degli anfibi e rettili d'Italia Societas Herpetologica Italica, Edizioni Polistampa, Firenze

Wallace, BP, DiMatteo, AD, Hurley, BJ, Finkbeiner, EM, Bolten, AB, Chaloupka, MY, Hutchinson, BJ, Abreu-Grobois, FA, Amorocho, D, Bjorndal, KA, et al. (2010), Regional Management Units for Marine Turtles: A Novel Framework for Prioritizing Conservation and Research across Multiple Scales. PLoS ONE n.5: pp. e15465


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